Impostare un file per la stampa nel modo corretto è indispensabile prima di inviarlo in tipografia. Quando il progetto grafico è pronto, non vedete l’ora ammirarlo stampato, davanti ai vostri occhi. Ma per non incappare in errori, alterazioni ed imprecisioni, bisogna consegnare un file pronto di tutti gli accorgimenti necessari, utilizzando le impostazioni di Illustrator. In pochi consigli vi spieghiamo quindi come preparare il file alla stampa per la maggior parte delle situazioni. Non dimenticate infatti che ogni tipografia può avere delle esigenze aggiuntive, quindi è bene anche assicurarsi – parlando col tipografo – che non serva dell’altro.
Il file per la stampa: profilo colore e nero
La prima regola è lavorare sempre con il profilo colore CYMK, ideale per la stampa. Lo spettro dei colori di questo profilo è ridotto, quindi saranno mostrate a schermo delle tonalità simili a quelle che poi vedrete stampate. Infatti il CMYK comprende unicamente i colori ottenibili dalla combinazione di Ciano, Magenta, Giallo e Nero, cioè dalle tonalità fisicamente presenti nella stampante. E non abbiate paura, perché sono davvero tanti! Da evitare il profilo colore RGB, più adatto al web, grazie al suo spettro più ampio e con colori più brillanti (impossibili da riprodurre fedelmente sulla carta).
Il profilo colore deve essere derivante da uno spazio di lavoro Coated Fogra39, basato sulla norma ISO 12647-2 del 2004; questa combinazione di scelte è l’opzione di default in Illustrator, ed è chiamata “Prestampa Europa3”. Nella gran parte dei casi non è necessario modificarla; ma prima di consegnare il file per la stampa definitiva, è bene accertarsi che l’impostazione sia corretta. Controllate tramite il menu Modifica alla voce Impostazioni Colore.
Discorso a parte deve essere fatto per il colore nero. È importante sapere che nella stampa non esiste un solo nero. Di solito se ne distinguono due principali, che si prestano ad usi molto differenti: nero ricco e nero piatto, per cui vi rimandiamo al nostro articolo completamente dedicato, all’interno del link. Nell’articolo spieghiamo nel dettaglio come crearli con le combinazioni di colore e distinguiamo quando utilizzare l’uno o l’altro, conoscenza necessaria per ottenere risultati di stampa perfetti.
Abbondanza, pagina al vivo e segni di stampa
Altro elemento fondamentale da calcolare è l’abbondanza (in inglese bleed), ed anche in questo caso vi abbiamo dedicato un articolo completo ed approfondito. In breve si tratta di una piccola quantità di spazio aggiuntivo ai bordi del progetto, che rimedia preventivamente ai possibili errori di taglio. Raccomandiamo almeno 3 millimetri di abbondanza, soprattutto in caso di sfondo colorato per far sì che arrivi fino al bordo della pagina stampata, cioè tenendo la pagina “al vivo”. Fate riferimento all’articolo linkato per tutti i dettagli.
Impostare l’abbondanza in Illustrator è semplice. Per un nuovo progetto, la si può regolare tramite l’opzione “Pagina al vivo” nella finestra iniziale, proprio sotto a larghezza ed altezza. Invece, per un progetto già esistente a cui volete aggiungere l’abbondanza, accedete al menu a tendina File, poi all’opzione Imposta documento; qui inserite il valore desiderato di “Pagina al vivo” in millimetri. Una volta terminato il lavoro, assicuratevi che il PDF finale contenga l’abbondanza: al momento dell’esportazione, alla finestra Indicatori e pagine al vivo, deve essere spuntata la voce “Usa impostazioni pagina al vivo del documento”.
Nella stessa finestra c’è l’impostazione per segni di stampa e indicatori, come i crocini di registro. Questa funzione permette al PDF di includere, automaticamente, riquadri colorati e crocini. Essi fanno capire al tipografo se il file è stato stampato in modo corretto, con colori giusti e registri in ordine. Per includerlo è sufficiente spuntare la voce “Tutti i segni di stampa” mantenendo le opzioni di default di Illustrator. Se la tipografia ha esigenze particolari, selezionate (o rimuovete) le singole scelte che servono al tipografo. Inoltre ricordiamo che si consiglia di non convertire i font in tracciati, a meno che non si tratti di un logo.
- Per approfondire, leggi anche: Le differenze tra stampa offset e stampa digitale
Il file per la stampa: la cura delle immagini
Le immagini in un file per la stampa devono avere qualità elevata. È consigliato che esse siano almeno in 300 DPI. La dicitura DPI vuol dire “punti per pollice”, e rappresenta un’unità di misura per la qualità delle immagini. Per intenderci, quelle usate sul web sono solitamente in 72 DPI; quantità che può andar bene su uno schermo, ma che rivela una pessima resa nella stampa. Certo, a seconda delle esigenze (e dei materiali a disposizione) si possono stampare con sufficiente resa anche immagini con minor quantità di DPI. Ma naturalmente, il risultato finale sarà più scarso.
Raccomandiamo inoltre di utilizzare immagini in CMYK e non in RGB, per i motivi spiegati nel primo paragrafo: un’immagine RGB avrebbe una resa di stampa molto differente – e magari inadatta. Se proprio non avete alternative alle immagini RGB, viene in aiuto Adobe. Se al momento della conversione in PDF il profilo colore del file è CMYK, il software convertirà anche le immagini al profilo giusto. Potranno esserci differenze rispetto ai colori visualizzati in Illustrator, ma sarete sicuri che la stampa sarà uguale a ciò che vedete del PDF.
- Per approfondire i colori: Il significato di Pantone e cosa sono i colori Pantone
Insomma, verificate ogni impostazione e parlate col tipografo prima dell’invio. Dedicando qualche minuto in più a controllare tutto, non ci saranno errori spiacevoli sia per lui che per voi! Vi ricordiamo che se cercate articoli come questo per il vostro Blog, oppure se vi serve un servizio di Grafica (come biglietti da visita, volantini, brochure e non solo), i freelance di Shiny sono a vostra disposizione: potete contattarci tramite l’apposito form o dalla nostra pagina Facebook!