Nella Grafica per la stampa riveste un ruolo fondamentale il colore nero, spesso utilizzato per i testi ma talvolta anche per sfondi e forme. L’uso del nero in quadricromia può sembrare semplice, ma è una trappola: ne esistono diverse gradazioni ed ognuna ha un suo scopo, quindi scegliere quella sbagliata porta ad errori grossolani! Vediamo quindi i due tipi di nero più importanti per l’attività di Grafica, cioè nero ricco e nero piatto, e soprattutto quando usarli e come ottenerli.
Nero nella stampa: il nero piatto (o nero 100%)
Distinguiamo per primo, anche per semplicità, il nero piatto. Viene anche chiamato nero 100% per un semplice motivo: per ottenerlo basta specificare 100% K e lasciare a 0 gli altri colori. La tonalità risultante sarà un nero sicuramente chiaro e ben leggibile, pur non essendo saturo né molto forte.
Questa tipologia di nero è ideale per stampare testi, righe, decorazioni e piccoli elementi di colore nero. Il motivo? Si tratta di parti sottili che richiedono molta precisione e zero sbavature nella stampa. Poiché il nero piatto utilizza soltanto una lastra (appunto la lastra K, quella del Key Black) si eliminano così i rischi dati dalla stampa leggermente fuori registro.
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Nero nella stampa: il nero ricco
Il nero, però, non è solo un colore per testi e linee. Per altri usi esiste il nero ricco: è estremamente brillante e ha un impatto più forte, perché risulta davvero vivo e vivace. Si può utilizzare come sfondo o per riempire e far risaltare figure ed elementi pieni di una composizione.
Per ottenere questa particolare tonalità bisogna impostare in modo preciso i quattro colori della quadricromia: il suo nome deriva infatti dall’utilizzo di tutte le lastre, che arricchiscono molto il colore della sola lastra nera. Le percentuali raccomandate sono 63% C (Ciano), 52% M (Magenta), 51% Y (Giallo), 100% K (Nero). Alcuni utilizzano una combinazione fatta solo da 100% K e 40% Y, ma noi consigliamo il metodo sopracitato.
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Nero ricco e nero piatto: differenze d’uso
Attenzione a come si usa il nero ricco! Esso va inserito nelle forme piene, ma va evitato per testi e righe sottili. Questo perché è dato dalla combinazione di più inchiostri: se uno di essi risultasse fuori registro, anche di poco, la stampa produrrebbe fastidiose righe colorate rovinando del tutto la resa grafica del progetto. Ricordiamo ancora una volta che, per quello scopo, si adopera il nero piatto; meno intenso ma molto più preciso e senza sbavature. Per evitare errori poco professionali è sufficiente attenersi a queste due semplici categorie:
- Nero ricco per sfondi e forme piene.
- Nero piatto per testi e forme sottili;
Ricordiamo che l’uso del nero corretto è solo uno degli accorgimenti utili prima dell’invio di un file alla tipografia. Bisogna stare attenti anche all’abbondanza, ai segni di registro, al profilo colore e molto altro ancora. Per tutte le informazioni necessarie vi rimandiamo al nostro articolo completo su come preparare un file per la stampa. In più, sappiate che esistono delle differenze di resa del colore a seconda del tipo di stampa: in un altro articolo abbiamo riportato tutte le differenze tra stampa offset e stampa digitale.
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