Nel precedente articolo dedicato all’Instant Messaging, avevo parlato delle origini di questo settore. Ma c’è una data che ha cambiato del tutto la sua storia. È il 22 luglio 1999, quando Microsoft rilasciò MSN Messenger: quello che sarebbe stato il più famoso programma di messaggistica istantanea al mondo. Oltre a diventare, insieme ai suoi trilli, una rappresentazione di nostalgia.
Le prime funzioni di MSN Messenger
La prima versione di MSN Messenger, pur avendo funzioni limitate, era già stata pensata in un network con Windows al centro. Il colosso di Redmond aveva un obiettivo ambizioso: concentrare tanti servizi all’interno della messaggistica istantanea. Oltre ad un basilare elenco di contatti – con la possibilità di effettuare ricerche tra di essi – era disponibile il collegamento immediato con Hotmail. Il servizio di e-mail era stato inaugurato molto in precedenza, nel 1996, e risultava parecchio diffuso.
Il collegamento con Hotmail includeva le notifiche per avvisare di una e-mail ricevuta. Questa scelta si rivelò decisiva, poiché ampliò i sistemi comunicativi digitali dell’epoca. Si parla di un’era dominata dalla comunicazione asincrona, appunto quella delle mail; oggi siamo abituati ad un mondo sincrono, come quello dell’instant messaging. Insomma MSN non fu solo un nuovo programma Microsoft, ma anche una grande velocizzazione: durante le conversazioni online si poteva anche rimanere aggiornati sullo stato della propria casella mail, senza nemmeno doverla aprire.
Il panorama delle chat
Fino al 2002 il panorama dei programmi di messaggistica istantanea era parecchio equilibrato, nessuno spiccava. In ordine crescente, con pochi milioni di utenti registrati, c’erano ICQ, Yahoo Messenger, MSN Messenger ed AIM. Le funzioni di questi software andavano tutte verso lo stesso obiettivo: la semplice conversazione, senza altri elementi. Inizialmente ICQ possedeva una “ricerca totale” che, al modo di Facebook oggi, consentiva di cercare ed aggiungere contatti anche sconosciuti, dall’intero database. Fu poi soppressa causando un calo di popolarità, così AIM si ritrovò (di poco) leader del settore. Senza però saper padroneggiare questo vantaggio.
MSN Messenger aumentò la sua crescita, introducendo le prime chiamate vocali con tecnologia VoIP e la possibilità di conversare con gli utenti di AIM. Ma non furono queste innovazioni a sfondare. Microsoft analizzò il terreno della contesa e comprese il perché dell’equilibrio: era un campo anonimo, in cui tutti si somigliavano terribilmente. Non c’erano differenze tra i software (lista contatti, finestra e poco altro), e al loro interno non c’erano differenze tra gli stessi utenti. Il nome o eventuale nickname, da solo, non poteva offrire una personalità ad ognuno. Soprattutto in caso di conversazioni con persone sconosciute, cosa che su internet accade spesso. Prima di incontrare una nuova amicizia nel mondo reale, ci si conferisce un aspetto che si ritiene adeguato e adatto alla propria personalità. Attraverso vestiario, taglio di capelli, accessori. Se l’instant messaging aspirava ad essere come una reale conversazione, doveva consegnare un aspetto virtuale ad ogni utente.
Il successo di MSN: la personalizzazione
Quando fu rilasciato Windows XP, Microsoft provò a rimpiazzare MSN Messenger con una versione estremamente light e basilare. Si rivelò un flop talmente grande da far risalire AIM, e convincere Microsoft a cambiare completamente strada. Il 17 luglio 2003 fu quindi lanciato MSN Messenger 6.0, che si rivelò subito «un’immensa revisione dell’intera piattaforma, che ne aggiornò la semplice interfaccia basata sul solo testo». La sua nuova caratteristica fu l’estrema personalizzazione. E non si trattava di creare un profilo come quello dei social! Parlo di uno stile, un modo di presentarsi, un vero e proprio aspetto. Da vivere sia per sé (creandolo) sia per gli altri (guardandolo).
Il nome non poteva più bastare per presentarsi, l’occhio vuole la sua parte. Così si aggiunse la famosa immagine del profilo, che oggi sembra la scoperta dell’acqua calda, e invece è l’uovo sodo di Colombo. Nessun servizio di messaggistica fino a quel momento la includeva: c’era solo un’icona che cambiava a seconda dello status. Messenger spronava subito l’utente a provarla, tramite una serie di avatar di esempio (al posto della classica immagine vuota). E non solo: venne introdotta anche la frase personale, un modo per presentare sé stessi, la propria personalità, il proprio mood. Rigorosamente da aggiornare per parlare della giornata, dello stato d’animo, o del “top trend” alla maniera di Twitter. Se avete aggiornato la vostra frase personale decine di volte (come me), allora Microsoft colse davvero nel segno.
La personalizzazione dell’intero programma
Anche l’aspetto del programma venne sottoposto ai gusti (e alla fantasia!) dell’utente. Si invitava a modificare colori, abbinamenti, decorazioni: fu questa la vera rivoluzione. Sia la schermata principale che la finestra di chat divennero personalizzabili. Come per la foto profilo, si poteva scegliere una skin predefinita o un’immagine propria. Allo stesso modo il font e il suo colore si potevano modificare. E tutti lo facevano, perché influenzava la finestra di chat dell’interlocutore: insomma, la persona con cui parlavamo vedeva che il nostro aspetto era diverso! Un effetto doppio della personalizzazione, come fosse un “abito”. Divertirsi a modificare, e farsi vedere dagli altri.
L’altro pezzo di successo (e di attuale nostalgia) fu costruito tramite le famose emoticon animate. Il primo grande set fu introdotto da MSN Messenger 6.0, associando faccine alle combinazioni comuni di tasti. Ma a conquistare il pubblico fu l’approccio inedito della personalizzazione. A Microsoft capirono che le persone volevano adornare il contorno della conversazione, così da renderla una nuova esperienza digitale. Furono implementate le emoticon personali: una qualunque immagine del PC si poteva trasformare in emoticon, da usare durante la chat. E poteva essere salvata a sua volta da chiunque la ricevesse! Gli utenti poterono creare una collezione personale di emoticon, fatta da creazioni proprie e degli amici, sia ferme che in movimento. Ognuno salvava e usava quelle che preferiva. Finirono per personalizzare anche lo stile di scrittura e il modo di esprimersi: da quello più tranquillo con poche faccine, a quello sofisticato con smiley mai visti; passando per quello energico e vitale, pieno di disegni e brillantini. Oltre qualsiasi definizione, semplicemente il proprio stile.
Giochi, estensioni ed accessori di MSN Messenger
Alla personalizzazione si affiancarono altre idee di successo. Una selezione di giochi era disponibile all’interno della finestra stessa, ovviamente per disputare sfide con l’interlocutore della chat. Con i successivi aggiornamenti spuntarono la scrittura a mano, le animoticon (quegli ammassi di colori e suoni che facevano un bel po’ di casino) e le note vocali fino a 15 secondi. Anche queste, come le emoticon, erano personalizzabili (si potevano creare da un qualunque file sul PC) e salvabili dagli amici per creare una collezione di suoni. Senza contare la celebre estensione Messenger Plus, che sbloccava funzioni come il salvataggio delle chat in HTML, le conversazioni multiple e le scritte colorate negli status.
Insomma, alla semplice chat furono aggiunti tantissimi elementi per agghindare, contornare, personalizzare le parole digitate e l’ambiente in cui sono immerse. E allora MSN Messenger guadagnò il favore del pubblico, un fatto che dimostra la volontà di possedere uno spazio di conversazione diverso. Uno spazio personale, divertente e che permetta di esprimersi in un modo più variegato, quindi più simile alla realtà ed alle interazioni faccia a faccia.
Si ringrazia il blog di Jonathan Kay per lo screenshot da cui è tratta l’immagine di copertina. Se vuoi saperne di più sull’argomento Instant Messaging, scopri gli altri articoli dedicati del Blog:
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Ah, quando c’era lui!
I trilli arrivavano in orario!
Peccato che il post non spieghi come è perché MSN Messenger morì.
Questo articolo era dedicato alla fase in cui MSN Messenger divenne estremamente popolare; il prossimo articolo di questo filone parlerà del periodo successivo, cioè l’apice del successo e poi il calo. Speriamo che tu possa continuare a seguirci!