L’argomento della messaggistica istantanea (instant messaging in inglese) mi sta particolarmente a cuore. Sono un semplice utente e non un appassionato programmatore, ma mi ci sono legato soprattutto con il software più famoso, MSN Messenger. L’elevata duttilità e quantità di funzioni si adattavano a qualunque tipo di conversazione. Svago, amicizia, lavoro, gioco: e grazie alla personalizzazione (che tratterò in seguito), quello spazio di chat diventava il mio spazio di chat.
Ma insomma, per quale motivo io (come milioni di utenti) utilizzo tanto l’Istant Messaging? E con tale costanza da legarmi emotivamente a parte di esso? Che ha di speciale più delle email o degli SMS? Con una breve analisi di questo mondo e delle esigenze a cui sa rispondere, proverò a capirlo e spiegarlo!
Cosa fa la Messaggistica Istantanea
La Messaggistica Istantanea consente la conversazione e la comunicazione in tempo reale, anche con scambio di files e documenti, tra due o più interlocutori. Offre una comunicazione sincrona: significa che i due comunicatori interagiscono nello stesso momento, reagendo subito ai reciproci stimoli, avvicinandosi di più al faccia a faccia. A differenza della comunicazione asincrona, che consiste in una distanza di tempo tra domanda e risposta, tra messaggio e messaggio. È offerta da altri servizi basati sul web e non, come SMS, e-mail e messaggi postati su social network o forum.
Se ti invio una mail, so che la leggerai quando aprirai la casella di posta. Può quindi essere un minuto, un’ora o un giorno dopo. Solo quando vorrai mi scriverai una risposta, sempre con tutto il tempo che ti serve. La chat ha invece un concetto di immediatezza simile alle telefonate; solo che è basato sulla scrittura di un testo anziché sulla voce.
A cosa serve: le esigenze originali dell’Instant Messaging
Il web nasce nel 1991, e il percorso principale della messaggistica istantanea ha origine nel 1996 con un programma di nome ICQ. Ancora prima si sono poste le basi, con programmi antenati, di questo tipo di comunicazione. Sono utili per scoprire le premesse da cui si è sviluppato il tutto. Nella preistoria dei computer, infatti, già esisteva la necessità di trasmettere testi: in tempo reale, e a persone collegate alla stessa rete. Il proposito era di velocizzare il lavoro con una comunicazione istantanea.
Grazie ai primi sistemi operativi multi-utente, si riuscirono a collegare utenti connessi alla stessa macchina fisica: i primissimi software di “Instant Messaging”, però, non avevano il senso che conosciamo oggi! Il loro compito era di ricevere notifiche da servizi collegati (come le stampanti) a questa rete unica. Un esempio è il Sistema di Notificazione Zephyr, utilizzato su sistemi UNIX. In parallelo nascevano i primi servizi di chat online, come Talkomatic o il più popolare Talk (sempre su Unix), pensati proprio per la comunicazione. Stavolta sì, l’intenzione era di rendere visibili delle scritte a tutti gli utenti collegati; solo che succedeva in tempo reale, nel momento in cui i caratteri venivano digitati sulla macchina.
A cosa serve: le esigenze della Messaggistica oggi
Personalmente, mi diverte vedere un’esigenza che non esiste più. Oggi nessuno vorrebbe che l’interlocutore vedesse ogni singolo carattere mentre lo digitiamo! Meglio controllare il messaggio, correggerlo e farlo leggere solo una volta inviato. Questo compito è sparito, ma i ruoli della messaggistica non si sono certo snelliti, anzi. L’idea attuale delle chat si basa su moltissimi bisogni. Non si tratta solo di comunicare con un contatto; basta vedere quante diverse opzioni ci offre un programma recente.
Andrew J. Flanagin ha condotto una ricerca sull’utilizzo della messaggistica tra gli studenti, IM Online: Instant Messaging Use Among College Students. La sua analisi ci aiuta a scavare attraverso le esigenze di base del Messaging. Come riporta Flanagin, si tratta prima di tutto di «mantenersi in contatto con persone distanti o con altre che non si ha tempo di visitare di persona, dare e ricevere informazioni, rendere la comunicazione facile, veloce e comoda». Ma possiamo andare oltre i propositi più ovvi? Le persone usano tutti questi software soltanto per comunicare velocemente, o per quello bastava il telefono?
Ci sono altre esigenze, come il superamento della timidezza e dell’imbarazzo di un’interazione faccia a faccia. Abbiamo vissuto una generazione di contatti online, che solo dopo un po’ si concretizzavano dal vivo o al telefono. Anche per questo Flanagin parla di «facilitare la formazione di relazioni sociali». Approcci e legami completamente nuovi, più rapidi, adattabili a tutti. Eppure non è finita qui, al punto che il docente cita l’utilizzo delle chat «per essere alla moda o per divertimento». Perché la messaggistica si è diffusa soprattutto tra i giovani. “Ce l’hai MSN? Mi dai il tuo contatto?”, domande del genere contengono un concetto di moda incorporata. A questo si aggiunge la personalizzazione, con cui ogni utente può rendere davvero unico il suo spazio digitale, mostrando una propria identità agli altri contatti ed amici. Avere il proprio colore, le proprie emoticon, il proprio status attuale.
Concludo qui questo primo articolo sull’Instant Messaging, che è per me l’inizio di un piccolo viaggio nell’argomento. Se lo vorrete, potrete proseguire nella scoperta della “storia” di questo settore. Sia per capire meglio le dinamiche delle Chat, sia per riscoprire programmi che ci hanno accompagnati per anni. Perché in fondo sono stati protagonisti delle nostre vite digitali.
Scopri i successivi articoli sulla Messaggistica Istantanea!
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