Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha sbagliato a twittare e ha scritto “covfefe” nel suo tweet. Questo è essenzialmente l’accaduto, che ha subito provocato un’ondata di ironia virale, di reazioni divertite, di meme internettiani. Non perché internet non perdoni, è che piuttosto non si lascia sfuggire nulla. Trasformando i fatti più piccoli e grotteschi, come questa debacle del ventunesimo secolo, in una specie di irresistibile moda.
Al di là del classico web che si scatena (reazione a cui siamo abituati), la parte migliore è pensare che il Presidente degli USA – quindi non mio cugino – pubblichi per errore un tweet con una parola senza senso, e lo lasci online per sei ore. Siamo abituati a pensare che ad ogni personaggio importante corrispondano orde di Social Media Manager con le goccioline di sudore perennemente sulla fronte. Invece pare che Trump non ne avesse nemmeno uno a portata di mano. Oltre ad aver scritto male, ha postato il tutto senza accorgersene per un bel po’. Questo ribalta giusto un paio di convinzioni su come l’uomo forse più influente del mondo gestisca la sua comunicazione pubblica. E questo a pelle ci piace, perché avvicina un Presidente americano ad una persona comune, capace di non accorgersi di un errore di battitura. Molto comico, ma anche molto covfefe, in fondo.
I mille misteri di Covfefe
A proposito, ma cosa voleva scrivere veramente Trump? Insomma, qual è il vero significato di covfefe? La prima parte della frase è scritta correttamente. Si può leggere “Despite the constant negative press”; cioè “Nonostante la stampa sempre avversa”, uno dei leit motiv di Donald, secondo cui nessun altro politico è mai stato trattato così male dai media. Qualcuno (come la CNN) ipotizza quindi che la parola giusta fosse “coverage”, cioè copertura. Andrebbe a completare la frase in “Nonostante la copertura mediatica sempre avversa”, dandogli un senso abbastanza comprensibile. Comunque, come si dice, del covfefe non c’è certezza: magari voleva scrivere coffee, noi che ne sappiamo.
Viene anche da chiedersi: il resto della frase dov’è? Chissà, magari vedendo questo originale neologismo battuto per sbaglio, Trump ha deciso di lasciarlo così invece di correggere e continuare. Giusto per far parlare di sé in modo diverso dal solito. Il tweet è rimasto online per sei ore, per poi essere cancellato e seguito da un altro messaggio di Trump. “Chi riesce a capire il vero significato di covfefe? Buon divertimento!”, ha aggiunto. Una lieve forma di autoironia e sdrammatizzazione, di sicuro migliore delle classiche scuse per l’errore di battitura, lo riconosciamo. Certo, poi ci viene in mente che, dopo uno svarione presidenziale del genere, si rende quasi necessaria. Almeno per far credere a qualcuno che fosse una stramba operazione di marketing “simpatia”, invece che un colpo di sonno sullo smartphone. Non ne siamo eccessivamente convinti ma si sa, chi li capisce questi Presidenti…
In alternativa, noi pensiamo che sia andata così:
Press conference? Non mi sembra difficile intuirlo
È un’interpretazione possibile e sensata; la parola “constant” però ricorda più qualcosa che Trump cita spesso, cioè appunto l’accerchiamento mediatico, perciò propendiamo ancora per la “copertura” della stampa!